Frammenti di donna

Un percorso sensoriale tra luce, corpo e tatto. Il corpo delle donne è mercificato in molti contesti, “Frammenti di Donna” vuole portare il visitatore a toccare con mano questa “oggettivizzazione”, prenderne contatto e consapevolezza in tutti i sensi. Un percorso sensoriale realizzato con pannelli modulari in cui troviamo e tocchiamo frammenti del corpo di una donna in silicone. Questi pannelli sono come delle vetrine che narrano una realtà cruda e nota a tutti, quella della donna-oggetto, della donna strumentalizzata e ridotta a solo piacere. Il progetto si prefigge l’obiettivo di rendere il visitatore cosciente e far nascere in lui una riflessione, di sensibilizzare sull’argomento. Al termine del percorso un sensore di movimento accende la luce sui pannelli, svelandone i contenuti che il tatto al buio ha lasciato intuire.

Face On

Face On è una mascherina trasparente che non nasconde il viso. Questa presenta tre filtri: il primo è collocato sotto la narice e permette di espellere e prendere aria comodamente, gli altri due permettono di respirare con la bocca. I tre filtri permettono di respirare senza far appannare la mascherina; questi ultimi sono costituiti da uno strato di cotone naturale e da uno strato di tessuto non tessuto. I filtri sono sorretti da due alette di cotone e questo sistema permette di cambiarli in maniera intuitiva. La cornice della mascherina è costituita da un filo di acciaio armonico rivestito da gomma piuma e da cotone che permettono di adattare la mascherina alla sagoma del viso senza l’uso di alette dietro le orecchie. La mascherina è progettata per essere facilmente piegata per essere riposta nella sua custodia.

Boom

Il progetto si basa sul concetto di maschera funzionale-protettiva. A questo aspetto prettamente funzionale si è deciso di affiancare anche un aspetto ludico offerto dalla fluorescenza dei materiali. Il target individuato è quello dell’età compresa fra i 4 e i 10 anni. Partendo dalla volontà di ragionare sui concetti di attività e di sicurezza nel loro svolgersi, e, grazie alla possibilità di utilizzare il prodotto anche in un ambiente buio, si è voluto sviluppare il progetto integrando in esso il tema della “propriocezione”, ovvero la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio. L’evoluzione del prodotto, le sue relative applicazioni e il rapporto con l’utente ci hanno quindi portato non solo alla realizzazione del singolo oggetto ma anche alla progettazione di tutto l’immaginario contestuale nel quale esso va ad inserirsi creando situazioni di gioco e divertimento.

Fred&Frog

Fred&Frog si propone di mascherare lo svolgimento della terapia di infusione, caricando l’oggetto di valori visivi per attrarre l’attenzione sul loro aspetto, distogliendo l’attenzione dei piccoli pazienti dal funzionamento del dispositivo ed aiutarli ad affrontare al meglio la malattia, riducendo paura e stress e agevolando così il processo di cura e guarigione. FRED è il copri sacca e FROG è il guanto protettivo dell’ago da infusione, che sostituisce il bendaggio. Un app accessibile dal sito dedicato permette di seguire le avventure della rana FRED.

Brochure

Nel progettare la brochure abbiamo voluto evidenziare due concetti: Jungle Juice ha la passione per la birra, Jungle Juice comunica tutto attraverso le proprie grafiche. É nata così l’idea di creare un piccolo racconto, fatto di illustrazioni, per trasmettere i valori del brand.

Nel creare le illustrazioni abbiamo ripreso lo stile caratteristico delle immagini realizzate da Patrizio Anastasi.

Il concept nasce dall’idea di creare una brochure aziendale da distribuire ai rivenditori di birra e agli appassionati. La necessità è stata quindi quella di progettare una brochure facilmente realizzabile su grande scala e, allo stesso tempo, che potesse essere accattivante e suscitare curiosità e interesse.

Nella realizzazione della brochure abbiamo tenuto conto dei livelli di lettura delle immagini e dei testi. È per questo che ad ogni illustrazione si contrappone una tinta piatta che fa da sfondo al testo e crea un filo cronologico che unisce le vicende di Jungle Juice.

Per i colori ci siamo invece basati sulle colorazioni tipo utilizzate nelle grafiche degli adesivi delle birre, rimanendo su colori pastello dalla tonalità molto accesa. Il pattern di banane infine collega il tutto a un unico elemento grafico che è icona e ideologia del brand.

*i materiali non sono stati realizzati per committenti reali ma a fini didattici.

Brochure

La brochure istituzionale di Ikea è stata pensata seguendo la logica strutturale e filosofica dell’azienda e prendendo spunto dal suo modus operandi. Infatti il suo ‘‘fai da te’’, che chiede al fruitore di allestire seguendo un percorso prestabilito, si lega direttamente ai suoi valori di informalità, divertimento e coinvolgimento del cliente.

L’idea del materiale nasce dallo studio di alcune componenti particolari di Ikea come l’utilizzo del cartone usato per l’imballaggio dei mobili, ondulato internamente e liscio all’esterno, funzionale anche dal punto di vista dell’ecosostenibilità.

Partendo dall’idea di Ikea di far partecipare il cliente alla costruzione dei suoi mobili, la brochure proposta presenta una serie di depliant che argomentano alcuni degli ambiti fondamentali affrontati dall’azienda tra i quali l’ecologia, il risparmio energetico e Ikea foundation. Queste parti, essendo posizionate sopra dei totem distribuiti negli ambienti, devono essere raccolte dal visitatore durante il suo percorso all’interno del negozio. All’entrata sarà preventivamente fornita la copertina insieme alle istruzioni e una volta arrivati alla fine della visita verranno forniti al cliente le viti e i bulloni per chiudere e ultimare la propria brochure personalizzata.

*i materiali sono ipotesi e non sono stati realizzati per committenti reali.

Geometria delle relazioni

Spazio-muro-rete-relazione, nei loro significati primordiali fino alle accezioni più ampie e profonde sono il principio di questa riflessione. La situazione storica-culturale ci impone di fare un passo indietro, di ripensare la geometria delle relazioni a fronte di una quotidianità poco meno che estranea.

Ricorriamo all’uso della geometria appropriandoci dei suoi spazi e delle sue figure per ridisegnare e ricomporre in un collage manuale la rete relazionale attuale.

Ognuna delle figure presenti, interpreta spazi domestici.

Dall’alto di un quartiere assistiamo alla formazione di nuove dinamiche relazionali. La sovrapposizione è incontro; l’incontro genera l’unione dei colori e dall’unione prende vita la stanza virtuale protagonista e punto di arrivo dell’elaborato. Grazie all’incontro i confini degli spazi cedono, si affievoliscono e si scopre la rinnovata geometria relazionale.

Il progetto è stato premiato con la “Menzione Speciale Luigi Prestinenza Puglisi” al Premio “LIMITOGRAPHY: Manifesto di una Architettura Estroversa – Call for Architecture Drawings 2020”.

Kuda

L’oggetto deve mutare in una forma che elimini il concetto di pistola, in quanto ha lo scopo di portare l’acqua e quindi il nutriente che permette la vita alle piante. Per questo deve avere una forma che si avvicini al mondo della natura.

Si è pensato quindi  al cavalluccio, un ottimo spunto per il concept, grazie al suo forte legame con l’acqua.

Kuda raffigura pienamente il concetto di cavalluccio marino. Questa forma rappresenta sia la fierezza che l’eleganza del suo comportamento, l’armonia e la perfezione della natura. Le curve dello schienale e del ventre, ricreano perfettamente l’anatomia dell’interno della mano; creando così una perfetta presa.

Hendi

Hendi è un guanto che aiuta il paziente alla riabilitazione della mano. L’obiettivo a livello medico è quello di riprodurre il sistema della mano in tutto e per tutto. Il meccanismo avrà la stessa dimensione del sistema muscolare e sarà una sua copia. Il prodotto si distinguerà per un’attenzione verso la praticità e la versatilità.

Il guanto Hendi si presenta con una linea semplice, senza elementi esterni di disturbo e con materiali adatti ad un uso quotidiano. Infatti il guanto è indirizzato sia per un uso quotidiano sia per un tempo di allenamento e riabilitazione.

Feel the Tune

Il progetto nasce dal brief di un esame svolto alla Plymouth University (UK) durante lo scambio Erasmus nel primo semestre del terzo anno.

Il brief richiedeva la progettazione di un dispositivo per la comunicazione che fosse trans-generazionale, cioè che potesse essere utilizzato da utenti di tutte le età.
E’ stata scelta la musica perché, può rievocare nell’utente un evento, un’immagine, un periodo della vita o un particolare stato d’animo.

Quando ascoltiamo la musica, spesso ci isoliamo.
Feel The Tune fa in modo che la musica diventi un messaggio da potersi scambiare.