Livello: Biennale
Verve
Il progetto nasce da uno studio delle patologie più frequenti in età avanzata quali ipertensione e aterosclerosi, che insorgono intorno ai quarant’anni di vita -causate da cattiva alimentazione, sedentarietà, fumo e molti altri fattori- e procedono a un successivo aggravamento, provocando ogni anno un numero sempre più alto di vittime per infarto e ictus. Tali patologie, come molte altre, potrebbero essere facilmente risolvibili prima della loro cronicizzazione intervenendo preventivamente durante il corso della vita con una corretta alimentazione e una frequente attività fisica moderata. Il progetto si rivolge a ogni fascia d’età al fine di prevenire la sedentarietà e i malesseri in terza età. L’indumento Verve non è una semplice tuta per lo sport, bensì uno smart dress fornito di wearable technology che permetterà di compiere una moderata “ginnastica invisibile” nello svolgimento delle normali azioni quotidiane, attraverso l’uso di pesetti ed elastici che affaticheranno i movimenti -in modo contenuto e controllato- tonificando i muscoli.
Nuova valorizzazione museale
Il Progetto ha il desiderio di contribuire allo sviluppo di un percorso possibile e auspicabile del Design dei Sistemi verso i Beni Culturali e di approfondire alcune chiavi importanti racchiuse nel dualismo, oggi conittuale, tra conservazione e valorizzazione.Questo dualismo benché sia intuitivamente componibile e superabile a parole, nei fatti è espressione sintomatica di una criticità più profonda dovuta ad un incantesimo culturale-metodologico, incapace di connettere i valori del modello museale autoassertivo con i valori inclusivi e integrativi che provengono dalle mutazioni dello scenario globale in cui viviamo.
Aqua Urbis
Il progetto Aqua Urbis incoraggia l’uso dell’acqua pubblica di Roma, proponendo la riqualificazione e il decoro delle fontanelle presenti in tutta la città. L’acqua e le fontane fanno parte del patrimonio artistico e culturale di Roma e ne sono da sempre un elemento caratteristico e coreografico. Quelle monumentali spesso erano il punto terminale di nuovi canali di approvvigionamento (le cosiddette “mostre dell’acqua”, quali l’Acqua Felice, l’Acqua Vergine, l’Acqua Marcia, l’Acqua Paola). Accanto alle fontane nobili e meno nobili (1500), Roma possiede circa 2500 fontanelle di acqua potabile, i cosiddetti “nasoni”. Il nasone nasce alla fine dell’Ottocento; originariamente aveva tre cannelle che agivano anche da valvole di sfogo per le strutture idrauliche sotterranee. Negli anni Venti ha inizio la fusione in serie di fontanelle stradali. In un catalogo del 1935 sono illustrati ben sei modelli di fontane in ghisa, tra cui il “tipo Roma” (diffuso oggi). Per tutto il Novecento, i nasoni sono stati installati nei nuovi quartieri della città, lungo i mercati all’aperto e nelle piazze importanti. Ciascun nasone eroga 1 litro d’acqua corrente ogni 20 secondi, per un totale complessivo di poco meno di 4 miliardi di litri/anno, corrispondenti a 4 milioni di metri cubi. L’acqua potabile erogata dai nasoni è la stessa che arriva nelle case dei romani ed è distribuita attraverso la stessa rete. Come dimostrano le analisi, l’acqua che scorre dai rubinetti romani è buona o addirittura di ottima qualità (è oligominerale) e tra le migliori d’Italia.
Una lettera per tutti
L’obbiettivo principale del lavoro è quello di creare una sensibilità, educare, avvicinare alla lettura e gettare le basi dell’immaginazione. Lo si è fatto tramite un artefatto capace di esprimere in maniera esaustiva il suo contenuto a tre diverse tipologie di utenti; vedenti, ipovedenti e non vedenti. Il progetto “Una lettura per tutti” è basato sulla comunicazione attraverso i sensi di vista e tatto. Tramite delle illustrazioni fresate e poi dipinte è possibile riconoscere gli attori delle 3 favole di Esopo, queste fungono da contenitore per i rispettivi libri che le raccontano.