Discorso del Direttore ISIA all’Inaugurazione A.A.2018-2019
Pubblichiamo il discorso del Direttore dell’ISIA di Roma in occasione dell’Inaugurazione dell’Anno Accademico 2018-2019 presso il Consorzio Universitario di Pordenone.
Buongiorno a tutti e ben trovati.
Saluto: il Presidente del Consorzio Universitario di Pordenone, Giuseppe Amadio e con lui tutti i soci del Consorzio oggi rappresentati dal Direttore del Consorzio Andrea Zanni; il Consigliere Regionale, Alessandro Basso; l’Assessore alla Cultura del Comune di PN, Pietro Tropeano; il Direttore Generale dell’Unione Industriali di PN, Paolo Candotti. Saluto tutte le Istituzioni, gli Enti e le Aziende qui presenti. Saluto tutti i Docenti e gli Studenti dell’ISIA.
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Vorrei iniziare con una premessa. L’inaugurazione dell’AA è un’esperienza nuova per ISIA Roma Design. Non è mai stata fatta, a mia memoria, probabilmente perché in ISIA l’organizzazione della vita e della struttura didattica è molto differente da quella delle Università, in cui questo tipo di celebrazione è consolidato e segue protocolli ben precisi e dettagliati.
L’ISIA d’altronde, pur essendo anch’esso un’Istituzione del MIUR, si caratterizza da sempre per la sua forte vocazione sperimentale e d’avanguardia e forse, proprio per questa ragione, risulta meno avvezzo ai cerimoniali e alle formalità. Precisando meglio, intendo dire che l’innovazione che perseguiamo così tenacemente in ISIA, ci proietta continuamente verso il futuro, alla ricerca di nuovi modelli didattici e culturali, e mal si sposa con le prassi ripetute.
In occasione però della mostra “Caleidoscopica” inaugurata a dicembre nella sede di Roma, per raccontare i 45 anni di storia del nostro Istituto e che spero di riuscire a portare entro l’anno a PN, mi sono reso conto di come la nostra attitudine a proiettarci ostinatamente in avanti, rischi a volte di farci dimenticare alcuni pezzi importanti del nostro percorso. Il tempo che viviamo è d’altronde un tempo veloce, compresso, iper-accelerato, e l’innovazione che ci richiede, perché abbia un senso reale e sia attuabile, deve essere anticipatrice e performante, ovvero “adatta ai tempi”. Questa velocità con la quale dobbiamo fare i conti, spesso nostro malgrado, non deve però toglierci il tempo per la riflessione, l’incontro e la condivisione.
Sotto questa luce acquista dunque grande importanza e forza simbolica l’inaugurazione dell’AA, da vivere e interpretare necessariamente a nostro modo, ma utile a fotografare lo stato dell’arte, a prospettare i percorsi del prossimo futuro, a condividere con gli altri attori del territorio, i nostri progetti, le nostre sfide, le nostre speranze. E così, proprio qui a Pordenone, proprio qui in FVG, proprio qui in questa terra alla quale esprimiamo come ISIA Roma Design la nostra più profonda gratitudine, per aver innescato e creduto fino in fondo in un progetto didattico innovativo, coraggioso e di grande valore culturale, proprio qui in questa sede così aperta e accogliente, inauguriamo per la prima volta in maniera ufficiale un anno accademico.
Comincerei allora con una fotografia dello stato dell’arte.
Compiuti da poco 45 anni di attività, la nostra Istituzione continua ad alimentare con vigore i Valori originali che i Padri fondatori gli hanno infuso nel 1973, ovvero quelli della Sperimentazione e della Ricerca a servizio della collettività. L’ISIA è un Istituzione Pubblica ed è orgogliosa di esserlo; opera con convinzione per il Bene Comune; alimenta con decisione la Cultura del Progetto, tenendola lontana da ideologie, falsi stereotipi, mode e inutili bisogni; come ho già detto in altre occasioni, punta all’eccellenza, interpretando l’incertezza come opportunità, prendendo senza timore il rischio dell’errore, cercando comunque di contenerlo, ma senza demonizzarlo, al fine di aprire nuove strade, di costruire nuove visioni; promuove negli studenti una forma mentis versatile e determinata, capace di adattarsi alla liquidità del nostro tempo, per interpretarlo con coraggio, spirito critico e positività.
I risultati di questo approccio, ci hanno dato negli anni grandi soddisfazioni e premi che credo nessuna altra Istituzione possa vantare. Per rendervi meglio l’idea elenco soltanto quelli del 2018:
Menzione speciale “Targa Giovani ADI 2018” al progetto: “Pluvinium”
Studente: Andrea Gregoris (Triennio PN)
Docente: prof. Boscariol
Menzione speciale “Targa Giovani ADI 2018” al progetto “Wheely”
Studente: Jacopo Cardinali (Triennio RM)
Docenti: proff. Datti, Ripiccini.
“Premio PA Sostenibile: 100 progetti per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030” al progetto di ricerca “Pepe”,
Studenti: Biennio RM
Docenti: proff. Spalletta, Spera, Luzzi, Fois, Datti
Menzione “23^Targa Rodolfo Bonetto” al progetto: “CHAMELEON ”
Studente: Rocco Mechilli (Triennio RM)
Docenti: proff. Datti, Ripiccini
Primo premio al “Premio Nazionale delle Arti 2018” al Progetto di ricerca “Universo INAF”
Studenti: Biennio Specialistico RM A.A. 2016-17-18,
Docenti: proff. Spalletta, Salvi, Fois, Ripiccini, Palatucci
Selezionato “ADI INDEX 2018” al progetto: “Verve”
Studente: Ilaria Longo (Biennio RM)
Docente: prof. Spalletta
Selezionato “ADI INDEX 2018” per il progetto: “Mani in Pasta”
Studenti: Jessica Dall’Armi, Naomi Criscuolo (Triennio PN)
Docenti: proff. Ciafrei, Iannilli
Premio Eccellenze Design del Lazio 2018 per il progetto: “Verve”
Studenti: Ilaria Longo (Biennio RM)
Docente: prof. Spalletta
Primo Premio “Crea©tivity 2018” sezione “Creative engeeniring”
Studentesse: Marzia Lupi, Francesca Leuti (Biennio RM) e Angelica Florio (ISIA FI)
E appena arrivato:
Menzione al contest “Il design aiuta a guarire” al progetto: “INSIDE_CONDIVIDI LE TUE EMOZIONI”
Studenti:Ismaele Maranzan e Davide Bortolin (Triennio PN)
Docente: prof. Spalletta
In realtà ci sarebbe un altro primo premio, comunicatoci da poco, ma non posso ancora menzionarlo…
Altro risultato importante del 2018 è stato il lancio della prima “Roma Design Experience”, un nuovo format didattico in cui l’ISIA ha incontrato Enti e Istituzioni, pubbliche e private, per realizzare workshop operativi su brief reali inerenti la complessità, da affrontare attraverso la metodologia del Design dei Sistemi. Svolto a dicembre a Roma, ha visto fra gli altri la partecipazione de: l’iit (Istituto italiano di Tecnologie) di Genova, il CNR, l’IFN (Istituto di Fisica Nucleare), l’ISS (Istituto Superiore di Sanità), l’INAF (Istituto nazionale di Astrofisica), il Comune di Latina.
Quest’ultima esperienza è in qualche modo figlia della PNDW, anche se molto diversa nei contenuti. La PNDW ci ha insegnato infatti a coinvolgere e a nostra volta a farci coinvolgere dal contesto in cui operiamo. Questo risultato è emblematico, poiché quello che abbiamo sperimentato a PN, è divenuto modello per la sede madre, generando uno scambio virtuoso e di qualità. Sta anche accadendo che docenti di PN insegnino a RM e che ragazzi di RM vengano a studiare a PN.
In particolare l’esperienza ISIA qui a PN, sta alimentando un’autentica Cultura del Design e si sta rivelando un enzima, da una parte per l’ISIA stesso, dall’altra per il Nord-Est del Paese, già per sua natura e storia predisposto al Design, stimolandone iniziative originali, diversificate, alcune delle quali ormai consolidate come la PNDW, che come saprete giungerà a marzo all’VIII edizione. Questa kermesse del Design ormai è un tutt’uno col territorio, coinvolgendo a pieno titolo il Comune di Pordenone, l’Unione Industriali di PN, compreso il Gruppo dei Giovani Imprenditori e il COMET, Cluster Regionale della Metalmeccanica.
E a proposito di un territorio sempre più promotore della cultura del Design, mi piace parlarvi anche di un’altra iniziativa in corso in questi giorni, di altissimo spessore culturale e che ancora una volta associa la parola Design con la D maiuscola a quello della città di PN. Sto parlando della mostra “Il Design dei Castiglioni”, promossa da Unione Industriali PN, dal Comune di PN e dalla Fondazione Achille Castiglioni. Invito tutti ad andare a vederla, perché è una mostra ricca di contenuti esclusivi, difficilmente apprezzabili altrimenti. Inutile dire che osservando le creazioni dei Castiglioni, ripercorriamo passaggi fra i più salienti della nostra storia contemporanea.
Vi propongo però di visitare questa mostra da un punto di vista particolare. Permettetemi di aprire una parentesi: in Italia troppo spesso parliamo di Design al passato. È una cosa che sopporto a fatica. Parliamo spesso dei grandi maestri, e fra questi anche dei fratelli Castiglioni, al passato. Troppo spesso ci poniamo di fronte al nostro immenso patrimonio culturale con un atteggiamento di tipo nostalgico, probabilmente perché schiacciati dalla sua estensione che spazia in tutti i campi: dall’arte fino al design, dalla musica al cibo, dal paesaggio all’architettura. Siamo inoltre, spesso, spaventati e sovrastati dalla complessità di gestione che richiedono, e così diventiamo rigidi, scontati. Tant’è: siamo ricchi! Abbiamo un patrimonio culturale vastissimo e bisogna saperlo gestire, valorizzare. Ma a mio avviso la chiave di lettura non può essere quella di guardare il passato con le spalle al presente, piuttosto il contrario: dobbiamo imparare a guardare il passato con lo sguardo al futuro!
I Castiglioni erano degli incursori, anticipavano il futuro, costruivano modelli che diventavano riferimento da seguire per gli altri. Dentro il Design dei Castiglioni c’è il futuro. La parola Design, quando è autentica, è sinonimo di futuro! Vi invito allora idealmente a calarvi in quella mostra, fra quelle opere e quegli scritti e cercare di comprendere quanto siano state anticipatrici e visionarie, quanto siano state appassionate e coraggiose, oltre che geniali. Quanto siano modello di insegnamento e intraprendenza. Probabilmente se sapessimo misurarci in questo modo col nostro passato, declinandolo al futuro, saremmo più coraggiosi e decisi, coglieremmo al meglio le occasioni geniali che la creatività italiana sforna senza sosta da sempre, a volte con picchi senza eguali. Pensate, per fare un esempio alla storia di Olivetti: anticipatore, geniale, visionario. Incompreso. Che occasione sprecata!
Quante opportunità bruciate e rimpianti che non ci possiamo più permettere, soprattutto nell’era globale e competitiva che stiamo vivendo. È fondamentale e doveroso, è un impegno morale che dobbiamo al nostro Paese, ai nostri giovani, quello di valorizzare quanto di buono abbiamo, con coraggio e ambizione, per donare al nostro Paese gli strumenti più adatti e competitivi per impostare un futuro sereno, più vivibile e sostenibile, per le persone e per l’ambiente.
Su questa scia, e tornando all’ISIA, consapevoli di quanto di buono abbiamo già fatto e di quanto ancora possiamo realizzare, abbiamo costruito le premesse per sviluppare ulteriormente la proposta didattica a Pordenone.
Ho il piacere e l’orgoglio di comunicarvi che, dopo quasi un anno di lavoro e di attesa, ieri pomeriggio abbiamo finalmente avuto l’autorizzazione da parte del MIUR all’attivazione di due nuovi corsi di secondo livello a PN, uno in “Design del Prodotto” l’altro in “Design della Comunicazione”. È un risultato notevole, per nulla scontato, che ha dovuto passare un iter di valutazione lungo e complesso, anche da parte dell’ANVUR.
Ve ne do una breve descrizione ricavata da due estratti della documentazione inviata al MIUR:
DIPLOMA ACCADEMICO DI SECONDO LIVELLO IN “DESIGN DEL PRODOTTO”
Il corso in “Design del Prodotto” tecnologicamente avanzato a Pordenone, intende indagare l’area e l’era dell’Industria 4.0, ovvero quella delle relazioni fra produzione di prodotti, sistemi tecnologicamente evoluti, uomo, società nel suo complesso e ambiente. D’altronde l’approccio al Design sistemico che caratterizza la proposta didattica ISIA, non può non considerare la complessità della nostra epoca come un’occasione concreta per generare una vera innovazione, che abbia come fine principale il miglioramento della qualità della vita delle persone e del pianeta. Il corso ha l’obiettivo di fornire allo studente strumenti, conoscenze e competenze, teoriche e tecnico ingegneristiche, per svolgere l’attività professionale di designer di prodotto nel sistema d’impresa caratterizzato dalla progettazione integrata di beni, attraverso l’acquisizione di peculiari capacità di organizzazione e gestione del progetto, di governo della complessità e delle scelte progettuali, finalizzate ad un contesto operativo sperimentale e teso all’innovazione, in particolare di tipo tecnologico. Si intende fornire agli studenti strumenti culturali, cognitivi e tecnici per muoversi e progettare nell’era denominata “Industria 4.0”, in cui stanno già mutando i nostri comportamenti sociali, il nostro modo di relazionarci agli oggetti e che, viceversa, richiede un’analisi consapevole delle relazioni che legano fra loro sistemi industriali e produttivi, alle macchine, ai prodotti, alle applicazioni (IOT). Si intende formare designer di prodotto dalle alte competenze tecniche e al tempo stesso stimolare una coscienza progettuale attenta, che abbia a cuore l’uomo, la società civile, la sostenibilità del pianeta, che sappia ovvero interpretare, in chiave sistemica, i grandi temi della complessità attuale, in cui servono risposte aperte, non più lineari, capaci di adattarsi velocemente ai cambiamenti repentini cui la nostra civiltà è sottoposta, sotto ogni punto di vista.
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DIPLOMA ACCADEMICO DI SECONDO LIVELLO IN “DESIGN DELLA COMUNICAZIONE”
Il corso biennale per il Diploma Accademico di secondo livello in “Design della Comunicazione” ha l’obiettivo di fornire allo studente strumenti, conoscenze e competenze, teoriche e sistemiche, per svolgere l’attività professionale di progettista della comunicazione. In particolare fornirà lo sviluppo di capacità di coordinamento e controllo di sistemi comunicativi complessi, che integrano artefatti e supporti differenti, secondo forme di comunicazione cross-mediale, con particolare riferimento ai nuovi linguaggi visivi. La struttura del biennio prevedrà corsi progettuali che daranno voce ai grandi temi della comunicazione contemporanea e, collegati a questi, alcuni corsi di approfondimento e completamento della dimensione teorico-critica del design della comunicazione, delle discipline semiotiche e massmediologiche, dei processi produttivi e di programmazione creativa, che costituiscono uno dei nuclei portanti delle competenze del designer della comunicazione. Il ciclo biennale affronterà alcuni temi del design della comunicazione contemporanea, sviluppando capacità di elaborare progetti e concentrandosi sugli aspetti strategici del progetto. Inoltre svilupperà la dimensione tecnologica-digitale della comunicazione e dell’interazione e le sue relazione con linguaggi, segni, culture visive e le nuove pratiche socio-culturali, attraverso programmazione, prototipi digitali e comunicazione animate.
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Ora che abbiamo le premesse, dobbiamo saper cogliere questa opportunità. Due bienni di questo tipo, dal momento in cui riuscissimo ad avviarli, oltre a rappresentare un vanto e un’esclusività per la città di PN, conferendogli una posizione di rilievo nel Nord-Est e nel Paese in quanto a formazione pubblica sul Design, risulterebbero strategici per varie ragioni. Per cominciare darebbero una risposta a tutti quegli studenti che oggi, per proseguire i loro studi lasciano il FVG per recarsi principalmente a Milano, a Roma o all’estero, spesso per non tornare più. Darebbero poi l’opportunità di sviluppare progetti e tecnologie nuove insieme al territorio e alle imprese locali, per arrivare a lavorare su progetti di tesi dallo spiccato valore innovativo, possibilmente finalizzati alla nascita di startup o spin-off di ricerca o comunque di progetti partecipati. Quello che sta accadendo qui a PN è qualcosa di unico, di virtuoso, di eccellente. Invito il territorio e i suoi attori a sostenere concretamente questa crescita collettiva, a cogliere un’opportunità così preziosa, a valorizzare questo patrimonio di esperienze condivise. Di risultati all’attivo ne abbiamo tanti. Proviamo a moltiplicarli. Lo dobbiamo ai nostri giovani. Lo dobbiamo al nostro Paese. E poi siamo Italiani, irrimediabilmente Creativi!
prof. Massimiliano Datti
Direttore ISIA Roma Design
Pordenone, 07/02/2019