Workshop
La tematica della tutela si inserisce nel contesto del workshop come un’opportunità per riflettere sulla relazione tra presente e futuro, poiché solo comprendendo a fondo il presente possiamo progettare un domani consapevole.
Come evidenziato da Simmel (1995) nella sua opera La metropoli e la vita dello spirito, l'eccessiva specializzazione e la frammentazione del sapere impoveriscono la personalità e limitano la capacità di sviluppare una visione profonda della realtà. Nonostante i progressi tecnologici e scientifici, la crescita interiore dell’individuo, soprattutto in termini di spiritualità e sensibilità, ha subito un rallentamento negli ultimi anni.
Questa tematica, tuttavia, si inserisce in un contesto più ampio di crisi culturale e di perdita di riferimenti, in cui l’emergere di un nichilismo si fa sempre più concreto. Umberto Galimberti, nel suo discorso sul nichilismo, mette in guardia su una società che considera l'uomo e l'ambiente come mezzi per raggiungere fini, piuttosto che come fini in sé. La sua proposta di un'etica psico collettiva pone l'accento su una responsabilità condivisa, in cui ciascuno è chiamato a riflettere sull’impatto delle proprie azioni (Galimberti,2016).
Pertanto diventa urgente, oggi, creare nuove espressioni di cultura tradizionale, intesa non come semplice conservazione del passato ma come un movimento di trasmissione attiva (dal latino tradere, “consegnare”)(Campagna, 2023). Questo processo non solo preserva la memoria ma si assume la responsabilità di tutelare il presente e progettare il futuro, costruendo legami di solidarietà tra le generazioni.
In questa prospettiva la tutela non è solo difesa dell'esistente ma anche un atto progettuale: una forza creativa che attinge energia dal "già" (la realtà esistente) e dal "non ancora" (ciò che deve venire). Questo dinamismo si manifesta in un orizzonte utopico, di ciò che è possibile ma non ancora realizzato, o in un orizzonte distopico, in cui la consapevolezza di ciò che potrebbe accadere ci spinge a intervenire.
Nata nel 2016, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) è un ente no-profit che raccoglie numerose organizzazioni della società civile italiana impegnate nella promozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) previsti dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
In un contesto in cui l'Italia fatica a immaginare il futuro e affrontare le incertezze, ASviS promuove Ecosistema Futuro, un’iniziativa che verrà lanciata nel 2025 per esplorare scenari oltre il 2030 e avviare un dibattito nazionale sullo sviluppo sostenibile a lungo termine.
Il progetto mira a coinvolgere cittadine, cittadini, istituzioni e imprese nella costruzione di una visione condivisa fino al 2100. Nell'ambito della Roma Design Experience, ASviS ci ha proposto il tema della società nel 2070, sollevando interrogativi sulla tutela dell’ambiente, dei diritti e del benessere collettivo come patrimonio per le future generazioni.
In un contesto VUCA è fondamentale adottare metodologie di ricerca diversificate per immaginare scenari futuri. Non basta ri-progettare prodotti e servizi ma è necessario ripensare anche le relazioni sociali. I designer, con la loro creatività, ricerca e visione strategica, sono figure chiave per progettare il futuro. Per questo motivo ASviS ha coinvolto studenti di design, riconoscendo il loro ruolo centrale nel progettare il futuro.
Un esempio emerso nel workshop è il futuro della trasmissione dell'informazione, suscitando interesse dall’ente e stimolando una riflessione sul "giornale del futuro" e sull’evoluzione dei canali di comunicazione. In particolare ci siamo interrogati sull’impatto delle nuove tecnologie nella diffusione delle notizie, evidenziando la necessità di ripensare la comunicazione in un mondo in continuo cambiamento.
Il workshop si è sviluppato in tre fasi. Dopo la presentazione del brief, i partecipanti hanno analizzato i tredici megatrend dell’UE, immaginando scenari utopici e distopici. Per favorire la collaborazione, lo spazio è stato riorganizzato e, tramite Figma, è stata creata una mappa concettuale condivisa, base per le attività successive. Questa fase iniziale ha facilitato la comprensione delle tematiche e il dialogo nel gruppo.
Nella seconda fase, tra il secondo e il terzo giorno, il team si è concentrato sulla ricerca e progettazione. Dopo una presentazione introduttiva dei tutor, un icebreaker ha portato gli studenti a ideare titoli e incipit di articoli per un giornale del 2070, con un gruppo dedicato a un futuro distopico e l’altro a uno utopico. Nel pomeriggio i partecipanti hanno lavorato in sinergia e, a fine giornata, due rappresentanti per gruppo hanno condiviso e letto gli articoli.
Il giorno successivo i tutor hanno suddiviso i partecipanti in tre gruppi su Classroom, assegnando task mirate e nominando un capogruppo. La giornata è iniziata con un brainstorming iniziale per definire idee e linee guida. Ogni gruppo ha poi lavorato su schemi e mappe concettuali, condividendoli infine per un confronto costruttivo.
Negli ultimi due giorni i gruppi hanno affinato le idee trasformandole in prototipi e visualizzazioni. Figma e altri strumenti grafici hanno supportato il lavoro, con momenti di revisione e feedback da parte dei tutor e docenti. Il quinto giorno, dopo aver strutturato e rifinito la presentazione, i partecipanti hanno preparato l’esposizione orale. Nel pomeriggio ogni gruppo ha illustrato il proprio percorso e le soluzioni sviluppate all’ente, con un rappresentante per ogni fase progettuale.
Il progetto nato dal workshop si sviluppa in tre parti principali, con l’obiettivo finale di fornire ai cittadini strumenti concreti per trasformare la paura di un futuro incerto in una visione proattiva e costruttiva.
La prima parte prevede un’esperienza immersiva in cui i partecipanti esplorano diverse visioni di futuro compiendo scelte interattive. Partendo dai megatrend selezionati dall'Unione Europea, vengono proposte domande a cui rispondere scegliendo tra due opzioni: uno scenario utopico o distopico. Utilizzando la realtà aumentata Aryel, le decisioni degli utenti vengono registrate tramite trigger di posizione. Al termine la piattaforma restituisce un “notiziario del futuro”, un contenuto audio personalizzato che mostra l’impatto delle scelte.
La seconda fase del progetto prevede uno spazio museale interattivo per stimolare riflessione, confronto e consapevolezza sul futuro. L’allestimento, modulare e trasportabile, è resistente, leggero e adattabile a diversi contesti, rendendolo scalabile e applicabile a vari megatrends globali. La struttura include tre quinte con due porte ciascuna, formando un percorso decisionale interattivo. I visitatori ricevono la domanda sul proprio smartphone e, in base alla decisione presa, attraversano una delle due porte, realizzate sui concetti di Takete e Maluma per evocare simbolicamente scenari futuri distinti. Sul retro delle porte, pannelli informativi approfondiscono temi legati all’Agenda 2030, agli obiettivi ASviS e ai megatrends globali, offrendo ulteriori spunti di riflessione.
Al termine del percorso i visitatori accedono a un’area di dibattito ispirata all’agorà greca, dove possono confrontarsi sulle scelte fatte e sul loro impatto. Uno spazio interattivo permette di esprimere la volontà di cambiamento con adesivi colorati, mentre uno schermo mostra in tempo reale lo scenario collettivo tra utopia e distopia.
Il progetto sviluppa un’identità visiva con un logo che rappresenta valori di diversità, progresso e comunità. La goccia, simbolo scelto, richiama l’impegno individuale nel cambiamento collettivo per un futuro sostenibile. I colori del logo sono stati integrati nella palette cromatica dello spazio, creando coerenza tra identità visiva e ambiente. Parallelamente è stata sviluppata una campagna pubblicitaria per il Future Day, che stimola la partecipazione attiva attraverso immagini che evocano incompletezza, invitando il pubblico a immaginare e partecipare al futuro.
Il progetto ha raggiunto risultati significativi, combinando tecnologie immersive, spazi espositivi modulabili e una forte identità visiva per stimolare consapevolezza e partecipazione.
Il coinvolgimento diretto dei visitatori, attraverso l’esperienza interattiva, ha permesso di visualizzare l’impatto delle proprie scelte. La struttura modulare favorisce la scalabilità e l’adattabilità a diversi contesti, mentre la campagna ha rinforzato il messaggio. Un altro punto di forza è stato il sistema di monitoraggio dell’impatto, che ha raccolto e visualizzato i dati in tempo reale, favorendo la riflessione collettiva. Tuttavia c'è spazio per ampliare i contenuti e approfondire le implicazioni dei megatrends. Inoltre l’uso della tecnologia potrebbe rappresentare una barriera per generazioni meno abituate agli strumenti digitali, rendendo necessarie soluzioni più accessibili.
Alcune possibili evoluzioni del progetto riguardano l’integrazione di nuove tecnologie interattive per rendere l’esperienza ancora più immersiva, così come l’approfondimento dell’analisi dei dati raccolti, trasformandoli in report utili per istituzioni e organizzazioni interessate a comprendere le percezioni collettive sul futuro. Un’altra prospettiva è l’espansione del format attraverso collaborazioni con scuole, università e realtà culturali, trasformandolo in un laboratorio educativo itinerante che stimoli una riflessione continua sulle possibilità di cambiamento.
Il workshop ha evidenziato l’efficacia dell’interazione e della narrazione immersiva nel rendere accessibili temi complessi. Tra le sfide emerge la necessità di bilanciare esperienza e approfondimento per garantire contenuti stimolanti ma comprensibili.
Un racconto restituito da chi ha vissuto il progetto dall’interno, tra idee, sfide e trasformazioni. Una testimonianza di ciò che accade quando il design diventa esperienza condivisa.
Marco Pietrosante Raffaele Lupoli
Sara Andreozzi
Federica Tumminello
Tommaso Barbini Flavio Conti Leonardo Esposito Bartolomeo Lodi-Fè Martina Mariani Paolo Maurizi Luca Mignanti Flavia Minni Valerio Pietrangeli Salvatore Antony Ricca Alessia Ricci Pietro Scordo Giovanni Sale Leonardo Spagnol