Catalogo

Questions Actions Answers

Un ecosistema in continua evoluzione che è luogo, spazio, tempo ed energia per riflettere il movimento e il divenire del design, disciplina viva, attiva e responsabile.

Un settimana che può cambiarne mille

Anche quest’anno, come da 7 anni a questa parte, la RDE è riuscita nel suo intento principale, ovvero far incontrare gli enti e le realtà del territorio con il design e, allo stesso tempo, portare il design a vivere nel mondo, nei progetti, nelle idee, nelle risposte alle domande della contemporaneità.

Il tema di questa edizione 2025 ha, se possibile, elevato ancora di più il livello dell’obiettivo da raggiungere: studenti, enti e istituzioni si sono riuniti per lavorare attorno ai concetti della responsabilità collettiva e dell’impegno etico e sociale, leggi fondanti che, come progettisti, ci muovono e ci orientano nel costruire appartenenza, tutela, cura e valorizzazione del patrimonio di tutte e di tutti attraverso l’agire del design.

Il design, come istanza del tempo in cui viviamo, enuncia oggi con forza che, così come non è più possibile mantenere separati tradizione e innovazione, storia e progresso, passato e futuro, è ormai impensabile, per chi progetta, differenziare e disunire tutela e valorizzazione.

Ciò che abbiamo, ciò che è patrimonio e bene di tutti, va difeso ogni giorno e, allo stesso tempo, va reso capace di arrivare a quante più persone possibili: è solo attraverso la vita e la condivisione fra tutti i membri della collettività, infatti, che un bene prospera, cresce, si tramanda.

Non più, o non solo, sotto una teca, quindi, ma nelle strade, nelle piazze, nei parchi e nelle ville, per una trasversalità progettuale che tocca istanze diverse collegandole tutte sotto l’ombrello valoriale della tutela e della valorizzazione.

Perché non c’è tutela senza valorizzazione e non c’è valorizzazione senza tutela: il design difende le identità culturali e il patrimonio materiale e immateriale mentre, allo stesso tempo, li rende fruibili e accessibili.

Dinamica, aperta e inclusiva, la settimana di lavoro della RDE, quindi, ha indagato i mezzi, i termini e i confini della responsabilità di chi è chiamato a preservare e curare il patrimonio condiviso senza smettere di renderlo vivo, accrescendolo, potenziandolo, portandolo a incontrare il mondo e la risposta dei cittadini che ne vorranno far parte.

Cinque giorni di progetti per cercare di cambiare il mondo: alcuni gruppi hanno lavorato sul paesaggio, sui beni materiali, sulle risorse naturali e sul territorio, con operazioni di recupero, riqualifica e potenziamento della loro fruizione.

Altri gruppi, invece, hanno convogliato la forza della responsabilità collettiva sulle politiche di genere, sull’inclusione, sui beni immateriali e sulla comunicazione, lavorando alla ricerca di un benessere sociale condivisibile, raccontabile, espandibile.

La RDE dice e ci dice questo: siamo responsabili del nostro linguaggio, della definizione dei nostri luoghi, delle possibilità applicative della ricerca e della scienza, delle materie prime che consumiamo, delle strategie di riciclo che riusciamo a mettere in atto, della comunicazione e delle pratiche che utilizziamo per parlare fra di noi e con gli altri.

Siamo responsabili di un agire concreto, che da teorico diventa operativo, che dalle mura di un’istituzione didattica e di ricerca esce fuori ed incontra il mondo reale, che da metodo diventa progetto fattivo, da operare ora, adesso, da non rimandare mai più a un domani incerto ed indefinito, perché, in alcuni casi, i più contingenti ed attuali, non c’è più tempo.

La RDE tocca i temi della complessità, molti dei quali hanno esigenza di trovare risposte progettuali immediate perché, soprattutto sulle questioni ambientali, siamo ormai passati dall’emergenza all’urgenza. Ed ecco ancora quindi la vocazione alla responsabilità del design sistemico, che si fa carico del bene comune per riqualificare, distribuire e rendere accessibile a tutti risorse, spazi, vita, tempo, idee.

Tema di grande valenza formativa, la responsabilità collettiva ha fornito agli studenti visioni e spunti di crescita umana e professionale aggregandoli ancora una volta alla capacità del design sistemico di fornire soluzioni operative liquide, fluide, scalabili e integrabili alle domande del tempo e della società.

Ciò che gli studenti hanno elaborato alla fine della settimana diventerà, ove possibile, progetto concreto, innesco alla realizzazione di processi di sviluppo, traccia fondante per percorsi di analisi, ricerca, sperimentazione, didattica e connessioni, il tutto passando attraverso quella magnifica dinamica di retroazione e alimentazione che è endemica del design sistemico, dove ad una proposta fa seguito una risposta che, a sua volta, genera un’ulteriore proposta, con un flusso continuo fra tesi e antitesi che porta ad un approfondimento ed arricchimento tematico senza pari.

Questa è la RDE, questo è il design sistemico, ed insieme, ogni anno, danno vita ad un’esperienza meravigliosa.

Tommaso Salvatori
Massimiliano Datti
Roma, aprile 2025