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Workshop

WS12 |CNR DSSTTA Consiglio Nazionale delle Ricerche

BlueMissionMed: Strumenti e Rotte per un Futuro Sostenibile

Introduzione

Il Mediterraneo è molto più di un mare: è un crocevia di culture, ecosistemi e storie millenarie che ha modellato lo sviluppo di civiltà umane e di una straordinaria varietà di altre specie (Matvejevic, 2006). Pur coprendo meno dell’1% della superficie oceanica globale, concentra quasi il 10% della biodiversità marina mondiale, con oltre 17.000 specie conosciute, molte delle quali endemiche (WWF, 2014). Una grande ricchezza biologica, dunque, oltre a quella culturale, che oggi è sempre più esposta agli effetti del cambiamento climatico come conseguenza diretta delle intense e irresponsabili pressioni antropogeniche esercitate sulla Terra. Tali pressioni colpiscono in modo particolare il Mediterraneo, che infatti è riconosciuto come hotspot climatico globale, ovvero un’area in cui il riscaldamento e le trasformazioni ambientali avvengono con un’intensità molto superiore rispetto ad altre zone del pianeta. Il rapido aumento delle temperature (MedECC, 2020), insieme all’innalzamento del livello del mare, all’acidificazione e inquinamento delle acque (UNEP, 1975) e alla riduzione delle risorse ittiche, sono tra i principali fenomeni che stanno mettendo gravemente a rischio gli equilibri degli ecosistemi marini e, di conseguenza, la stabilità economica e sociale delle comunità costiere che su di esse fanno affidamento.
Sotto il peso di questa crisi emergono soluzioni innovative capaci di invertire la rotta, integrando la tutela attiva della biodiversità con la valorizzazione del ricco patrimonio culturale del Mediterraneo. Proteggere e rigenerare questo equilibrio non è solo un imperativo ambientale ma anche una strategia fondamentale per garantire la resilienza delle comunità locali, preservando identità, risorse e opportunità per le generazioni future.

I fondi europei dedicati alla biodiversità, come LIFE e Horizon Europe, rappresentano strumenti strategici nella preservazione degli ecosistemi vulnerabili, finanziando interventi mirati e ricerca applicata (Newig et al., 2019). In questo contesto, i Living Lab emergono come catalizzatori di innovazione territoriale, creando spazi di co-creazione dove cittadini, ricercatori e imprese collaborano per sviluppare soluzioni sostenibili radicate nelle specificità locali (Steen & van Bueren, 2017). Gli hub per l'innovazione sostenibile fungono da nodi di connessione tra preservazione e valorizzazione, facilitando il trasferimento di conoscenze tra esperienze locali e dinamiche globali (Schaffers & Turkama, 2012). Questo ecosistema di innovazione sociale ha progressivamente evoluto il proprio focus: dalla mera creazione di valore economico alla salvaguardia attiva del patrimonio bioculturale (Voytenko et al., 2016). Secondo Bulkeley et al. (2021), questa rete di attori istituzionali e sperimentazioni territoriali sta ridefinendo l'approccio alla conservazione, passando da modelli protezionistici a paradigmi partecipativi che riconoscono nelle comunità locali i custodi primari della biodiversità.

Ente

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) è un ente pubblico italiano che promuove la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica con approccio multidisciplinare, orientato allo sviluppo sostenibile. È coordinatore del progetto europeo BlueMissionMed, parte della missione “Restore Our Ocean and Waters” dell’Unione Europea, con l’obiettivo di ripristinare la salute degli ecosistemi acquatici, in particolare nel Mediterraneo, bacino strategico e vulnerabile. Il progetto punta a ridurre l’inquinamento, tutelare la biodiversità e promuovere un’economia blu sostenibile attraverso un’azione sinergica tra scienza, istituzioni e società civile.
Durante la settima edizione della Roma Design Experience (RDE), il CNR ha affidato a un gruppo dell’ISIA - composto da due docenti, una dottoranda e dodici studenti e studentesse, la sfida di ripensare la comunicazione di BlueMissionMed. Il confronto con il gruppo di lavoro ha però fatto emergere criticità nuove: l’ecosistema progettuale è risultato frammentato e poco comprensibile e l’interfaccia digitale è fondamentalmente inadeguata, con un uso del linguaggio tecnico che compromette l’accessibilità e l’ingaggio degli attori locali. Il progetto si è così evoluto da una sfida comunicativa a una revisione sistemica. Il team ISIA ha sviluppato materiali orientati alla semplificazione narrativa, all’usabilità e alla partecipazione: una bussola di orientamento, un kit d’azione, strumenti digitali e un glossario multimediale. Il lavoro ha restituito al CNR strumenti concreti per rafforzare l’efficacia comunicativa e inclusiva dell’intero ecosistema BlueMissionMed.

Metodologia

Durante i primi due giorni di lavoro il team ISIA ha condotto una raccolta dati strutturata con le ricercatrici del CNR per comprendere a fondo BlueMissionMed e individuarne le criticità sistemiche. Attraverso analisi dei materiali, mappature visive e momenti di confronto è emerso come molte delle difficoltà comunicative e operative del progetto non siano state precedentemente riconosciute. L’approccio di co-progettazione, centrato sulla problematizzazione condivisa, si è rivelato un punto di forza per comprendere la complessità del progetto e riformularne gli obiettivi in modo operativo.

Durante il terzo giorno il gruppo ha ridefinito il perimetro strategico del progetto seguendo il modello del “Golden Circle” (Sinek, 2009): perché agire (contrastare l’inquinamento marino), come farlo (costruendo un ecosistema di innovazione attraverso hub e open call) e cosa realizzare (una rete operativa di attori e strumenti condivisi). Il lavoro è quindi entrato in una fase operativa e il gruppo è stato suddiviso in tre sottogruppi, ciascuno con un obiettivo specifico: facilitare l’orientamento nel progetto, supportare il reclutamento e il coinvolgimento, migliorare la disseminazione e l’attrattività.
Il quarto giorno è stato dedicato alla prototipazione: sono stati sviluppati strumenti concreti come la Bussola di orientamento, un glossario interattivo, un kit operativo (Actions Kit) e una proposta di riorganizzazione del sito e dei canali social. La giornata finale ha visto la presentazione e validazione dei risultati da parte del CNR, che ha riconosciuto l’efficacia delle soluzioni emerse nel rendere il progetto più accessibile, comprensibile e partecipato.

Risultati

Nel corso del workshop sono stati sviluppati strumenti con diverse funzione specifiche, tutti pensati per agire in maniera integrata all’interno dell’ecosistema comunicativo di BlueMissionMed. Il Compass è una bussola visiva e concettuale che permette agli stakeholder di orientarsi con chiarezza all’interno di un ecosistema complesso e multilivello. Grazie a una struttura grafica intuitiva, la bussola restituisce in modo sintetico e immediato le relazioni tra missione europea, hub nazionali e soggetti locali, facilitando la comprensione del sistema progettuale e delle sue dinamiche. Accanto al Compass è stato realizzato un video narrativo con l’obiettivo di raccontare in maniera accessibile e coinvolgente la missione e gli obiettivi di BlueMissionMed. Il video assume una funzione sia informativa sia motivazionale, contribuendo a rafforzare la dimensione emozionale del progetto e a favorire l’adesione di nuovi attori, spiegando in modo chiaro il funzionamento delle Open Call.
Un altro strumento centrale è l’Actions Kit, pensato per superare le difficoltà legate alla mancanza di chiarezza sulle modalità di partecipazione. Si tratta di una vera e propria cassetta degli attrezzi digitale, contenente risorse pratiche, guide e materiali operativi, progettata per adattarsi ai bisogni e interessi di target differenti, come enti locali, organizzazioni della società civile e cittadini.
Per affrontare le barriere linguistiche e tecniche è stato sviluppato un Glossario interattivo che semplifica e spiega termini-chiave legati al progetto e al linguaggio europeo, migliorando la fruibilità complessiva delle informazioni. In parallelo, l’Action Plan fornisce una sintesi operativa delle fasi da seguire per aderire a BlueMissionMed: un documento agile, pensato per la distribuzione in contesti formativi, divulgativi e istituzionali.
Considerata la centralità della comunicazione digitale, sono stati progettati anche i Social Tool, contenuti pensati per i social media, come le Social Stories, utili a raccontare con chiarezza e immediatezza le opportunità offerte dal progetto. Infine l’Impact Tool consente di monitorare e raccontare gli effetti concreti di BlueMissionMed sui territori, raccogliendo testimonianze, dati e casi studio, con particolare attenzione alle isole minori e alle aree costiere, trasformando l’impatto in una narrazione visibile e condivisibile.

Complessivamente questi strumenti hanno permesso di ricostruire una narrazione più chiara, coerente e inclusiva del progetto, migliorando sensibilmente la comunicazione interna e la capacità di attrarre nuovi stakeholder. Il progetto ha mostrato notevoli punti di forza, soprattutto nell’approccio metodologico adottato: il confronto costante tra ricercatrici e gruppo di lavoro, l’ascolto attivo e la capacità di riformulare il brief hanno trasformato una richiesta inizialmente generica in un processo progettuale partecipato e dinamico. Inoltre la progettazione ha saputo dare forma visiva e leggibilità a un sistema complesso, traducendo elementi astratti in strumenti concreti e integrati.
Sono emersi anche margini di miglioramento, ma i limiti temporali del workshop hanno ristretto le possibilità di test sul campo e di confronto esteso con tutti gli attori del progetto. La sostenibilità futura degli strumenti sviluppati dipenderà da una governance chiara e da un impegno costante nel loro aggiornamento. Nonostante queste criticità il lavoro svolto presenta un forte potenziale trasformativo, già utilizzabile per la comunicazione interna ed esterna del progetto, utile anche per un monitoraggio condiviso.

Conclusioni

La prospettiva nella quale il progetto BlueMissionMed è inserito è quella di un ecosistema poroso, in cui la tutela non è chiusura ma apertura: includere nuovi attori, raccontare con chiarezza e trasformare ecosistemi. Le sfide ambientali del Mediterraneo non si affrontano solo con la tecnica ma con l’immaginazione sistemica di nuovi modi di abitare e condividere il mare. BlueMissionMed può diventare un modello di governance cooperativa, ma il suo futuro dipende dalla capacità di attivare reti vive, inclusive e accessibili.

Durante le diverse fasi del workshop le ricercatrici del CNR hanno condiviso coi partecipanti che, grazie al co-design dell’RDE, hanno avuto l’opportunità di riconoscere come strumenti e linguaggi inadeguati abbiano ostacolato l’engagement nel progetto, generando spesso incomprensioni e distanze tra gli attori, e come sia necessario costruire ponti e non solo contenuti. I materiali sviluppati hanno facilitato nuove connessioni tra scienza, territorio e comunità, rivelando che il design è molto più di uno strumento di comunicazione: è una pratica educativa capace di attivare processi trasformativi e di mediare tra livelli diversi di complessità.

Il Team

Un racconto restituito da chi ha vissuto il progetto dall’interno, tra idee, sfide e trasformazioni. Una testimonianza di ciò che accade quando il design diventa esperienza condivisa.

Docenti

Mario Fois Sonia Massari

Dottoranda

Vittoria Moccagatta

Studenti

Alessandro Dell’Aquila Roberto Del Gesso Damiano Di Maso Camilla Gentile Mario Malatesta Maria Angela Mattera Silvia Palumbo Linda Pelliccia Sofia Perrone Silvia Ricupero Giulia Santi Claudia Tagliacozzo