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Workshop

WS10 |Fondazione Terzoluogo

Archivio Borgo Futuro: Un Terzoluogo per Obù

Introduzione

“Per molti versi un paesaggio culturale, inteso in senso lato, può essere visto come una traccia dei ricordi, dell’attenzione e dell’immaginazione degli abitanti-passeggeri che lo hanno attraversato in epoche diverse”
(Giuliana Bruno, 2007)1

Il workshop ha posto al centro della sua indagine Spazio Obù: un ambizioso progetto culturale e sociale della Fondazione Terzoluogo volto a restituire identità, valori ed energie creative all'ex Convento cinquecentesco di Sant'Anna a Capuana, nel Borgo Sant'Antonio Abate di Napoli che i napoletani chiamano "'O Buvero 'e Sant'Antuono".

Un luogo e un mercato storici che si sviluppano intorno alla via omonima - un'arteria vitale che connette Porta Capuana a Piazza Carlo III; sulla direttrice della stazione centrale di Napoli -, e che conservano la vivacità e le caratteristiche architettonico-urbanistiche del borgo originario, risalente al XV secolo.

La Fondazione Terzoluogo2, nel suo impegno a promuovere e sostenere progetti di rigenerazione urbana attraverso la cultura, ha volutamente coinvolto gli studenti di ISIA Roma Design a ripensare gli spazi dell’ex Convento Sant’Anna, in relazione al quartiere, alle sue specificità e preesistenze storiche. L'obiettivo era quello di sviluppare progetti che rispondessero ai bisogni reali delle comunità di riferimento, trasformando l’ex complesso conventuale in un'estensione naturale del borgo: un punto di incontro per attività aperte a tutti, con un'attenzione particolare alle pratiche relazionali e partecipate.

La definizione di Archivio Borgo Futuro - introdotta dalla Fondazione già nel primo incontro con gli studenti ISIA - ha determinato l’individuazione di un primo obiettivo: coinvolgere gli adolescenti, corrispondenti a una fascia d'età cruciale per il futuro del quartiere.

Ente

Fondazione Terzoluogo nasce nel 2019 da un gruppo di virtuosi che da tempo condividono esperienze imprenditoriali, culturali e sociali, nell’intento di mettere in comune impegno, competenze e risorse finanziarie da dedicare alla società.

Uno degli obiettivi della Fondazione riguarda la creazione di spazi culturali innovativi: biblioteche multimediali, servizi dedicati all'infanzia e laboratori di comunità; spazi che possano diventare "piazze del sapere", punti di incontro, apprendimento e scambio per persone appartenenti a diverse fasce d’età, in un’ottica di riduzione delle disuguaglianze sociali, culturali ed economiche e con un’attenzione particolare alle aree più vulnerabili.

La Fondazione si impegna pertanto a offrire opportunità educative e culturali accessibili a tutti, perché crede fermamente che la cultura sia un diritto fondamentale. Questo impegno si concretizza nella rigenerazione urbana: un processo di trasformazione che vede proprio la cultura come motore di cambiamento e come leva per trasformare le città, creando spazi che siano simboli di rinascita e inclusione.

Fondazione Terzoluogo lavora a stretto contatto con i territori, coinvolgendo attivamente gli abitanti nei processi di progettazione partecipata e gestione collettiva dei luoghi. L'ascolto e la collaborazione con le comunità locali sono le premesse ineludibili per creare spazi, attività ed eventi che rispondano realmente alle esigenze del territorio e di chi lo abita.

Da un primo incontro con i referenti della Fondazione sono emerse una serie di possibili aree di indagine, tra queste il progetto Archivio Borgo Futuro: un intervento culturale dello Spazio Obù che vuole raccontare la memoria e progettare il futuro del Borgo di Sant'Antonio Abate a Napoli. È stato ben presto chiaro come questo potesse essere un ambito di ricerca interessante e affine all’approccio progettuale messo in campo durante la Roma Design Experience. Come progettare l'archivio del Borgo Futuro? Come coinvolgere gli adolescenti in questo lavoro di ricognizione, conservazione e trasmissione della memoria del borgo?

Il borgo soffre ormai da tempo di una carenza di identità e di una mancanza di visione futura, rendendo difficile immaginare come evolverà il quartiere nei prossimi anni. Gli adolescenti in particolare rappresentano la categoria di utenti più difficile da attrarre nello spazio dell’ex convento, ed è essenziale far loro comprendere il valore del luogo in cui vivono e le sue potenzialità, per stimolare primariamente un senso di appartenenza. Il borgo è destinato a tutti, ma è necessario riuscire a coinvolgere gli adolescenti, un target restio ma essenziale per costruire il futuro del borgo.

Metodologia

Il workshop ha preso il via con uno scambio di idee, per far emergere le esigenze dei giovani e capire come rendere Spazio Obù attrattivo per una fascia di riferimento che attualmente non lo riconosce come luogo dove dirigersi e dove svolgere attività che corrispondano alle loro aspettative.

Individuati i possibili ambiti di intervento è stato dato l’avvio a una fase più operativa che ha visto gli studenti e le studentesse coinvolti in una ricerca sfociata poi in una serie di concept. Sono emerse proposte di differente natura e a diversi livelli di intervento.

Il focus iniziale è stato rivolto all’individuazione dei bisogni emergenti dell’adolescente, il passo successivo è stato determinare delle figure tipo come possibili fruitori delle attività offerte da Spazio Obù, attraverso l’identificazione di proto-personas sulle quali tarare i propri indirizzi di ricerca. Parallelamente sono state elaborate delle strategie di comunicazione capaci di approcciare questo target, integrandole con le attività individuate.

Il workshop è stato strutturato con una suddivisione in gruppi di lavoro composti trasversalmente da studenti del triennio e del biennio, per ognuno dei quali è stato individuato un tema su cui focalizzare la propria ricerca, ma in un’ottica di continuo confronto tra gruppi. Questa distribuzione ha permesso non solo di ottimizzare tempi e processi ma soprattutto di integrare le competenze e le attitudini di ognuno, a supporto del lavoro di tutti.

Le giovani e i giovani designer che hanno composto il team di lavoro, grazie alle loro esperienze eterogenee e alla vicinanza anagrafica, sono stati il perfetto medium per tradurre gli obiettivi della Fondazione in risultati applicabili.

Risultati

​​Il risultato dell’intensa settimana di lavoro è stato l’elaborazione di una serie di proposte progettuali rispondenti alle richieste della Fondazione Terzoluogo.

Le proposte includono l'identità visiva, la riorganizzazione degli spazi interni e la digitalizzazione contributiva delle esperienze.

Sono state indagate, da un lato le possibili attività e la fruibilità degli spazi all’interno dell’ex Convento, dall’altro tutti gli aspetti comunicativi legati ad essi.

Per Borgo Futuro è stato scelto di praticare la processualità della citizen science, per suggellare una promessa tra i cittadini e Obù: da un lato, gli abitanti sono chiamati a immaginare il Borgo Futuro in relazione ai desideri e alle necessità della comunità di riferimento; dall’altro Terzoluogo si impegna a concretizzare questo immaginario, trasformandolo in realtà attiva e partecipativa. I cittadini non sono più semplici spettatori ma ricoprono il ruolo di ricercatori, dando un apporto diretto alla costruzione identitaria del luogo, con l’obiettivo di rendere Borgo Futuro più riconoscibile.
Si è partiti proprio dal centro del quartiere, dove si trova lo Spazio Obù: un luogo oltre Porta Capuana connotato storicamente ma in continua trasformazione. Del resto Napoli stessa è, nelle parole di Riccardo Dalisi, “una città generativa”.
L’intera campagna pubblicitaria è stata pensata adottando il dialetto napoletano: una lingua fortemente identitaria che può meglio avvicinare l’adolescente, favorendone il coinvolgimento e una sensazione positiva di appartenenza.

Infine è stata progettata un’app con la quale è possibile conoscere le iniziative e il programma degli eventi, proporne, ricevere dei reward attraverso il livello e le modalità di interazione. Nello specifico, la sezione di on boarding illustra in tre step gli obiettivi generali dell’app. Per organizzare al meglio l’esperienza utente, l’applicazione prevede cinque aree principali: eventi, e’ cumpagn, missioni, archivio, e profilo.
Gli eventi sono un modo per avvicinare gli utenti alle attività del borgo. La sezione e’cumpagn è rappresentata da una mappa interattiva nella quale vengono indicate le attività commerciali facenti parte del progetto Borgo Futuro. Le singole schede di ogni attività raccontano la storia dell’impresa, le offerte disponibili e gli eventi organizzati.
Le missioni hanno l’obiettivo di coinvolgere gli utenti nella raccolta di foto, audio e video che vanno a confluire nell’archivio. Inoltre, in cambio del completamento delle missioni, gli utenti ottengono dei badge da convertire in sconti presso le attività commerciali partner del progetto.
Nell’archivio si possono cercare e visualizzare tutti i file multimediali caricati dal singolo utente e dalla community.
Chiude la navigazione la sezione profilo, nella quale è possibile inserire e personalizzare le proprie informazioni e controllare i badge ottenuti durante le missioni.
L’Archivio del Borgo Futuro diventa così uno strumento grazie al quale i ragazzi possono partecipare alla vita collettiva e far rivivere la propria comunità.

Dall’ingaggio allo svolgimento delle attività da loro stessi proposte e realizzate, gli utenti contribuiranno a creare dati significativi che parlano del borgo: un archivio vivente dove ogni attività, ogni spunto e ogni condivisione digitale (e non) porterà i ragazzi a creare una dettagliata descrizione della vita del quartiere e della sua unicità.

Conclusioni

Il progetto trasforma gli abitanti del quartiere in cittadini attivi, che danno vita all’Archivio Borgo Futuro: un archivio vivente per la rigenerazione e lo sviluppo sociale e culturale della comunità di riferimento.
Attraverso le varie forme di coinvolgimento - proposte, praticate e poi condivise - saranno soprattutto i ragazzi a parlare del borgo, della sua unicità e delle prospettive future.

Il Team

Un racconto restituito da chi ha vissuto il progetto dall’interno, tra idee, sfide e trasformazioni. Una testimonianza di ciò che accade quando il design diventa esperienza condivisa.

Docenti

Claudia Iannilli Rossella Caruso Roberto Maurizio Paura

Tutor

Lorenzo Lanciano Gaia Stirpe

Studenti

Lorenzo Ciampalini Alessia De Cicco Elisabetta Carlucci Alma Sofia D’Alessio Giulia Guarriello Francesco Pietro Piselli Lorenzo Terracciano Alessia Maria Renzi Benedetta Rocchi Sonia Maria Massaro Cecilia Falcone Giorgia Papucci Sara Bellini Michela Sadnich Ilaria Iside Sabbà