“Heard melodies are sweet, but those unheard are sweeter” (J. Keats).
Le corde si intrecciano in un istante, generano circonferenze che amplificano il punto di non contatto tra corde ad altezze differenti, tutto si basa su di un equilibrio instabile, entropico. La vibrazione è dell’invisibile e produce il suono.
Il cerchio si espande; le miriadi di possibilità che di volta in volta danno una nuova composizione, solo attraverso un’unica vibrazione. Il suo centro è il punto in cui il disco è legato alla struttura, attraverso non un innesto diretto ma un disco di dimensioni ridotte, come passaggio tra materie diverse.
Il cemento riesce a trasmettere una forte sensazione di materialità, nonché di tenuta statica, contrapponendosi con la trasparenza e l’inconsistenza del disco dove avviene il momento di tensione e di rilassamento delle corde. La superficie di cemento lascia che la luce giochi sulle sue imperfezioni, facendola vibrare di una forte intensità.
L’ottone è stato scelto, insieme al cemento come materiale di sostegno all’intera struttura, la sua capacità di ossidarsi in breve tempo lo rende più adatto al suo stato di ponte tra due forme simili ma composte di materiali in forte contrasto.
Solo è pensato per la comunicazione negli spazi in comune dove i dettagli si perdono e si sente la necessità di un’interattività, in una società frenetica e mai stanca. Solo stimola la curiosità attraverso la sua semplice forma. La corda che vibra e mette in comunicazione persone che si trovano dall’altra parte e al tempo stesso cambia l’immagine della sabbia. Un fenomeno fisico scoperto nel XIX secolo si fa attuale e, reinterpretato, diventa fulcro di un momento di condivisione.
La struttura è generata per incastri, l’unica unione di materiali è tra l’ottone e il cemento, che formano un materiale composito ancora più resistente dei due singoli. La sabbia cade sulla superficie di Solo e cambia a ogni vibrazione la sua composizione, facendo apparire o sparire le incisioni, in ogni istante ho una nuova esperienza estetica.
Il fenomeno fisico conosciuto come “Cladni plates” del XIX secolo si ottiene facendo vibrare un arco di violino su di una superficie metallica, fissata in un punto, si formano delle composizioni geometriche differenti secondo l’inclinazione e l’intensità del gesto. Solo perde la geometria della sabbia per conquistare maggiore libertà espressiva, la corda viene fatta vibrare dall’alto ed è parte della sua struttura. È basato su forme geometriche e su rapporti di equilibrio che tradiscono la composizione della sabbia di volta in volta differente e priva di rapporti simmetrici.