Mira è un oggetto nato da un lavoro incentrato sul rapporto tra le superfici saponate, la luce e l’ambiente circostante. La ricerca punta alla formalizzazione di segni cangianti con il fine di individuare nuove narrazioni emozionali. La luce e le superfici iridescenti creano un continuo gioco di suggestioni impalpabili al tatto ma evidenti alla vista.
L’oggetto si ispira ai rosoni delle chiese gotiche, gli svuotamenti al suo intero sono di forma esagonale scalare verso il centro. Si usa immergendo l’oggetto in acqua saponata così da avere la formazione di superfici minime riflettenti. Inoltre si può decidere di lasciare la composizione senza intervenire oppure modulare il ritmo visivo rompendo alcuni riempimenti.