Un filo tra le dita gira, tra le maglie si infila e di nuovo tra le dita gira. Poi la mano tira, il filo fila e la rete sfila. Ero affascinata dal materiale reticolare e dal modo in cui questo, sovrapponendosi, crea effetti ottici. Ho ricercato tra i diversi materiali quello che meglio mi avrebbe aiutato a raggiungere lo scopo. Nasce così “Does it float”, una combinazione di quattro elementi che, dialogando tra loro, danno vita all’oggetto. Il movimento delle dita, che interagiscono con il cilindro attraverso un filo e sei anelli, genera deformazione e moto.